Se vuoi avere, devi imparare ad essere

Vorrei avere un lavoro che mi piaccia davvero
Vorrei un capo che mi gratificasse di più
Vorrei una casa più grande
Vorrei un'auto più bella
Vorrei guadagnare più soldi
Vorrei trovare un uomo che mi ami davvero
Chi non ha mai espresso uno di questi desideri, scagli la prima pietra.
E' umano desiderare di più, anzi è fondamentale per il miglioramento della specie, perché le persone abbiano stimoli e la vita non sia un noioso tran tran. Tuttavia, in molti casi, è il presupposto che non è corretto, è l'approccio ad essere sbagliato.
Molto spesso si finisce con il focalizzarsi sull'obiettivo, perdendo di vista il presente ma è proprio a quel punto che il desiderio diventa un sogno e non un obiettivo, è in quel momento che il presente diventa un tapis roulant di cui non abbiamo il controllo. 
Avete mai riflettuto sul fatto che, tutto ciò che possedete, nel bene e nel male, non è altro che il risultato di ciò che credete realmente di meritare? Davvero pensate di dover avere di più, di non ottenere le giuste gratificazioni?
A partire da quello che indossiamo, fino all'auto che guidiamo, la casa che abitiamo, le persone che ci circondano, da come veniamo trattati dal capo, è tutto parte di ciò che realmente abbiamo scelto di volere, nulla più nulla meno, perché siamo convinti che sia realmente ciò che valiamo. 
Ognuno di noi, possiede ciò su cui basa le proprie aspettative. Esiste un giudice interiore che seleziona in silienzio e dirige le nostre scelte a partire dai nostri pensieri, comprese le persone con cui scegliamo di passare la nostra vita. Tutti sogniamo uno jacht, una persona che ci ami, un lavoro che ci gratifichi, ma quanti di noi davvero credono di poterlo ottenere, quanti credono di esserne all'altezza, ma soprattutto, quanti davvero fanno ciò che è necessario per averlo? 
Vorremmo essere rispettati, ma non rispettiamo, vorremmo essere più ricchi, ma non controlliamo realmente cosa spendiamo e cosa incassiamo. Vorremmo avere una persona che ci ami e ci rispetti, ma noi per primi non ci amiamo né ci rispettiamo.
Il secondo assioma della "Pragmatica della comunicazione umana"  di Watzlawick, asserisce che all'interno di uno scambio comunicativo tra due o più persone ci sono due livelli, uno di contenuto e uno di relazione in cui quest'ultimo ridefinisce il primo. Vale a dire, in parole povere, che la metacomunicazione che si cela dietro tutto il linguaggio paraverbale e non verbale, definisce molto di più di quanto si dica o si faccia e addirittura lo modifica.
Insomma: siamo ciò che pensiamo, o meglio agiamo in base a ciò che pensiamo di essere e ciò che facciamo ci definisce agli occhi altrui e ai nostri.
Dunque, se i pensieri condizionano le nostre azioni e, queste ultime, ci caratterizzano e divengono abitudini, l'unica soluzione, se non siamo soddisfatti, è imparare a pensare in maniera diversa.
E' un percorso di certo non semplice, non si impara a pensare con un semplice schiocco delle dita ma con l'esercizio, l'applicazione, l'azione che, man mano, forma la convinzione. In poche parole, solo con le prove riusciamo a dimostrare a noi stessi di saperlo fare e, credetemi, se ci sono riuscito io, vuol dire che non è impossibile. 
Imparare, ad esempio, a verificare ogni sera tutto il bene che si è fatto nella giornata, invece di guardare agli errori.
Oppure iniziare tutte le mattine col pensare a quanto di bello la vita ci regali, al dono dei nostri figli (per chi li ha) al regalo di avere ancora i genitori (per chi li ha) una moglie o un marito che vi ama, un lavoro che vi consente di mangiare, una salute che vi consente di vivere, amici che vi vogliono bene, un tetto sulla testa.. e potrei continuare all'infinito.
Tutto questo, non per affermare un modo zen di vivere o che non esistano i problemi o gli errori, ma soltanto che è necessario darci forza, energia, senza perdere mai di vista cosa migliorare, ma aiutandoci a sorridere, amare, vivere al meglio ciò che siamo riusciti ad ottenere. Dobbiamo necessariamente mettere un piede su uno scalino per salire sul successivo e, quello che abbiamo ottenuto fino ad oggi, è proprio il nostro scalino, anche se non è perfetto. Dobbiamo imparare ad essere grati del fatto che, nonostante tutte le difficoltà, abbiamo una base su cui salire per guardare il mondo da una posizione più elevata. Avremmo dovuto fare di meglio? Può darsi, ma santo cielo, ogni giorno che viviamo serve a costruire lo scalino successivo.
Io ho imparato più dalle sconfitte che dalle vittorie, ma sono state queste ultime che mi hanno dato la forza per superare le difficoltà.
"Dai un pesce ad un uomo e lo nutrirai per un giorno, insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita" è il proverbio cinese che più mi piace e che spesso cito con le persone che vorrebbero avere di più. Non possiamo aspettarci di avere ciò che abbiamo, senza sapere come ottenerlo, non possiamo pensare che un fisico abituato a stare sul divano possa affrontare una maratona. 
Imparare ad essere prima di avere, per non perdere ciò che la vita, anche fortunosamente, potrebbe regalarci, è fondamentale perché si eviti di regalare denaro a chi non sa come gestirlo.
Impariamo dunque a diventare ciò che vorremmo essere, prima che la vita ci presenti il conto.

Photo by Ben White on Unsplash