Ma davvero conviene essere felici?
Ultimamente mi sono sentito particolarmente stanco, un periodo molto sfidante della mia vita, mi ha messo a dura prova e, confesso, ho avuto momenti di scoramento e reazioni a volte non proprio da "manuale".
Sì, anche io ho momenti bui, anche io ho momenti poco felici, anche io ho scatti di ira e anche io sono "umano".
Chi ti dice il contrario (intendo colleghi che possono sembrare o cercano di far credere di essere sempre felici e appagati) mente e lo fa spudoratamente.
Non è possibile essere sempre al top, non è possibile essere sempre impeccabili, non è possibile essere sempre felici.
Sì, lo so, altre volte ho scritto che la felicità è una scelta e non rinnego questa affermazione, perché si sceglie di essere felici ma non sempre ci si riesce ed io sono un esempio.
A volte, confesso, scelgo di non esserlo perché, essere sempre felici, ha anche le sue controindicazioni... sì è proprio così a volte non conviene.
Perché non conviene? Perché essere per essere felici, spesso, significa rinunciare ad una marea di vantaggi: le persone tristi sono meno impegnate perché si impegnano di meno e sono meno affidabili, mentre le persone felici tendono ad essere più ricercate perché, al contrario, risultano mediamente più efficienti ed affidabili.
Le persone tristi spesso hanno una spalla su cui piangere, un amico, un parente un professionista a cui chiedere aiuto (magari un amico felice), mentre le persone felici, spesso, sono più sole perché "tanto lui/lei stanno bene e non hanno bisogno di aiuto" (e su questo avrei qualcosa da dire ma "omissis").
Essere felici dunque, costa.
Sì, costa: costa fatica, perché anche di fronte agli episodi sfortunati, anche di fronte alle persone maleducate, anche di fronte ad un evento nefasto, hanno sempre la forza di cavarsela e dunque, trovano meno appoggi, perché, diciamolo, è più giusto occuparsi di chi ha più bisogno di aiuto e le persone felici, appaiono meno, chiedono meno o nulla.
Quindi, davvero vuoi essere felice? Davvero sei disposto a rinunciare ai vantaggi della lamentela?
Sì, alla fine posso dirti che è un gioco a vincere, perché in ogni caso, il lato positivo è migliore, in ogni caso una battuta rispetto ad un'offesa è uno schiaffo più forte di qualsiasi altra risposta, un sorriso è la chiave migliore per le porte più invalicabili e un approccio positivo (non incosciente) è pur sempre il miglior punto di partenza.
Dunque, tirando le somme, quando scelgo di non essere felice, il primo a pagarne le conseguenze sono io e, puntualmente, mi ritrovo a fare mea culpa, a rimettermi in carreggiata e a rimboccarmi le maniche perché io per primo, scazzi a parte, ho imparato quanto sia bello e positivo l'approccio felice.
Sì, anche io ho momenti bui, anche io ho momenti poco felici, anche io ho scatti di ira e anche io sono "umano".
Chi ti dice il contrario (intendo colleghi che possono sembrare o cercano di far credere di essere sempre felici e appagati) mente e lo fa spudoratamente.
Non è possibile essere sempre al top, non è possibile essere sempre impeccabili, non è possibile essere sempre felici.
Sì, lo so, altre volte ho scritto che la felicità è una scelta e non rinnego questa affermazione, perché si sceglie di essere felici ma non sempre ci si riesce ed io sono un esempio.
A volte, confesso, scelgo di non esserlo perché, essere sempre felici, ha anche le sue controindicazioni... sì è proprio così a volte non conviene.
Perché non conviene? Perché essere per essere felici, spesso, significa rinunciare ad una marea di vantaggi: le persone tristi sono meno impegnate perché si impegnano di meno e sono meno affidabili, mentre le persone felici tendono ad essere più ricercate perché, al contrario, risultano mediamente più efficienti ed affidabili.
Le persone tristi spesso hanno una spalla su cui piangere, un amico, un parente un professionista a cui chiedere aiuto (magari un amico felice), mentre le persone felici, spesso, sono più sole perché "tanto lui/lei stanno bene e non hanno bisogno di aiuto" (e su questo avrei qualcosa da dire ma "omissis").
Essere felici dunque, costa.
Sì, costa: costa fatica, perché anche di fronte agli episodi sfortunati, anche di fronte alle persone maleducate, anche di fronte ad un evento nefasto, hanno sempre la forza di cavarsela e dunque, trovano meno appoggi, perché, diciamolo, è più giusto occuparsi di chi ha più bisogno di aiuto e le persone felici, appaiono meno, chiedono meno o nulla.
Quindi, davvero vuoi essere felice? Davvero sei disposto a rinunciare ai vantaggi della lamentela?
Sì, alla fine posso dirti che è un gioco a vincere, perché in ogni caso, il lato positivo è migliore, in ogni caso una battuta rispetto ad un'offesa è uno schiaffo più forte di qualsiasi altra risposta, un sorriso è la chiave migliore per le porte più invalicabili e un approccio positivo (non incosciente) è pur sempre il miglior punto di partenza.
Dunque, tirando le somme, quando scelgo di non essere felice, il primo a pagarne le conseguenze sono io e, puntualmente, mi ritrovo a fare mea culpa, a rimettermi in carreggiata e a rimboccarmi le maniche perché io per primo, scazzi a parte, ho imparato quanto sia bello e positivo l'approccio felice.