Il nostro pilota automatico

Ci sono giornate in cui sembra davvero che tutto vada storto, quelle in cui metti il piede giù dal letto e fai cadere il bicchiere d'acqua dal comodino (magari giusto sul mellino), entri in bagno e non scorre acqua dal rubinetto, esci dal portone ed il piccione ti imbratta la giacca nuova.
Quei giorni particolari quando non ti riesce nulla, o peggio notizie spiacevoli ti mettono di malumore, sono i momenti in cui è più difficile fare ciò che comunque va fatto.
Così, se non puoi disdire un appuntamento, se non puoi evitare di partire, se non puoi proprio farne a meno, beh allora non hai scelta, devi metterti in moto.
Oggi che scrivo questo articolo, per me, ad esempio è un giorno che potrei considerare più sfidante, nulla di grave sia chiaro, ma è una giornata in cui la luce è meno forte.
No, non uso la tecnica del sorridere davanti allo specchio (ma non ne discuto la validità) né cerco di concentrarmi sulle cose belle che la vita mi offre (perché lo so già e in un momento del genere mi farebbe ancora di più saltare i nervi), semplicemente lascio che il pilota automatico faccia il suo lavoro.
In molti casi è sconsigliabile lasciarsi "guidare" dalle abitudini, perché il pilota automatico è proprio il responsabile della nostra assenza, è il colpevole della nostra distrazione, del nostro non esser sempre consapevoli, proattivi. In certi frangenti però, può tornarci molto utile.
Non amo affatto lasciar scorrere le giornate, né lasciarmi trasportare dalla corrente, ma in certi casi, lo riconosco, risulta l'unico modo che ho per non lasciarmi intorpidire e trovare scuse per non far nulla.
Allora mi affido a lui, lascio che l'abitudine mi guidi.
Se posso però, mi concedo qualche "lusso" in più, una coccola come un tavolo in un ristorante al posto del panino al volo, o una pausa caffè col cioccolatino, confido nel potere curativo di un buon brano musicale o di un podcast che possa farmi vedere oltre la foschia, perché la sensazione del prendersi cura di sé possa in qualche modo aiutarmi a cambiare prospettiva.
Alla fine, forse, non sarà di certo la giornata daaricordare ma sarà comunque un risultato aver svolto quello che andava fatto.

Non esistono trucchi miracolosi o medicine, esiste un rispetto del momento, nessun piangersi addosso, nessuna lamentela eccessiva e soprattutto, pazienza, perché solo grazie alla capacità di accettare che non si può sempre essere al 100%, alla tolleranza, alla sospensione del giudizio, possiamo sfangarla senza essere i nostri primi detrattori o peggio i nostri primi nemici.

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