Qual è la nostra missione su questo pianeta?

E se il nostro compito fosse quello di migliorare ciò che incontriamo, chi conosciamo, se il nostro compito fosse quello di illuminare il cammino di chi non riesce a vedere?

Spesso ci si trova a dover fronteggiare persone che reclamano diritti, come se il solo essere vivi desse loro la pretesa di avere qualcosa, a prescindere da quello che fanno.

Io ho ribaltato letteralmente il mio punto di vista e sono fermamente convinto che, si debba partire dai doveri, dal migliorare il pianeta, la società, le persone, insomma sono convinto che ognuno di noi abbia il dovere di fare la sua parte.

Il diritto non è altro che una conseguenza del nostro dovere e non il contrario.  

Ognuno di noi è parte di un sistema più grande, la famiglia, il condominio, il quartiere, la città, un Paese, un continente e così via. E’ nostro dovere, innanzitutto contribuire al miglioramento di questo sistema e rispettarlo.

Come una particella infinitesimale, se introdotta in un organismo vivente, può essere innocua, nociva o benefica, allo stesso modo possiamo essere origine di una catena di eventi positivi o negativi. Ciascun essere vivente è una particella di un sistema complesso, composto di altre persone che, a loro volta appartengono ad un sistema ancora più grande. Ognuno gioca la sua parte: possiamo scegliere di essere innocui, neutri, positivi, possiamo scegliere di essere passivi, oppure di giocare la nostra parte, portando benefici o arrecando danni. Per motivi diversi, in molti casi restiamo passivi, innocui se non addirittura, dannosi. E' in questo caso che perdiamo qualsiasi diritto a lamentarci a pretendere che le cose cambino, se non siamo noi per primi a fare qualcosa perché ciò accada.

Allora mi chiedo: visto che siamo qui, visto che ne abbiamo la possibilità, visto che vogliamo che le cose vadano meglio per noi, perché non impegnarci ad essere un elemento positivo, essere quel piccolo atomo che, se introdotto in un organismo, diventa curativo per tutto il resto? Non ce ne gioveremmo anche noi per primi?  

Metaforicamente parlando, dobbiamo essere un punto di luce all’interno di una stanza buia, una musica piacevole che rompe il silenzio, un profumo inebriante che pervade un ambiente. Insomma è nostro compito portare qualcosa che sia generatrice di energia positiva, che a sua volta sia da stimolo e che, inevitabilmente, generi altre risposte positive moltiplicandone la forza e l’effetto.
Quante volte ci è capitato di ricevere un gesto gentile e sentirci, a nostra volta, ben disposti a ricambiare? Perché allora non essere noi i primi ad innescare ogni giorno questa catena di eventi positivi?

Il nostro scopo quindi è forse trovare quelle caratteristiche innate, quelle nostre peculiarità eccezionali che possano contribuire a rendere migliore il nostro microcosmo.

Ognuno di noi nasce con un compito preassegnato, ne sono convinto, ognuno di noi ha impresso nel proprio codice genetico una caratteristica unica che lo differenzia dagli altri organismi viventi e che, come tale, lo rende eccezionale. Sì, eccezionale, ovvero quel qualcosa che differisce dalla normalità, qualcosa che differenzia un oggetto rispetto al genere. Ognuno di noi è un’essere eccezionale col compito di lasciare una traccia indelebile del nostro passaggio su questo pianeta, che ci piaccia o meno. Sta a noi scegliere se farlo o non farlo, se migliorare, far nulla o peggio ancora, diventare veleno, sostanza inquinante per un ecosistema che ci ha accolto e dato la possibilità di esserne parte integrante e proattiva.

Il nostro compito è quello di illuminare la strada con la luce che abbiamo in dote, rendendo luminoso tutto quello che ci circonda. Sta a noi decidere se essere luce anche per gli altri, profumo inebriante per le persone che ci sono vicine e rendere la loro vita più luminosa, profumata e piacevole. E’ una scelta che porterà delle conseguenze innanzitutto per noi stessi perché non solo ne avremo in cambio, ma perché le stesse persone a cui faremo del bene, in gran parte dei casi, ce lo renderanno con gli interessi. 

Se saremo rumore, al nostro passaggio le persone si allontaneranno o proveranno ad allontanarci in ogni modo. Se porteremo del bene si avvicineranno, cercheranno di ricambiare, chiederanno di noi e faranno di tutto per averci con loro. Come dici? C'è ingratitudine? Può darsi, ma non è un buon motivo per smettere di fare del bene, perché avrebbe lo stesso significato di smettere di ridere perché ci sono le brutte notizie o di smettere di comprare perché ci sono i ladri.

Considera dunque te stesso come un elemento fondamentale, come un atomo di un corpo, come una piccola particella di un organismo più complesso, come un batterio minuscolo che può  scegliere se essere pericolo o beneficio per un intero organismo.

Ed allora ecco il nostro compito: se vogliamo un mondo migliore, iniziamo col fare la nostra parte, iniziamo col migliorare il nostro microcosmo, l'ambiente e le persone vicine a noi. Le conseguenze a lungo termine saranno dirompenti e non potremo che giovarci del nostro stesso comportamento.

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